L’additive manufacturing e i droni sono due frutti dell’industria high tech in continua evoluzione.
Entrambi offrono un livello di libertà nei loro ambiti mai visto e il loro effettivo potenziale è ancora lontano dall’essere del tutto riconosciuto.
Grazie alla collaborazione tra il London College e l’EMPA, stampa 3D e droni possono lavorare in sinergia e dare un contributo concreto al settore edile.
I nuovi droni con strumento di stampa 3D “incluso”, i cosiddetti BuilDrones, sono in grado di creare strutture 3D in maniera collaborativa, con l’aiuto di un sistema di estrusione montato sullo scheletro.
Come funzionano i BuilDrones?
In realtà a lavorare sull’oggetto non è soltanto il BuilDrone.
Lo ScanDrone è un drone analizzatore che monitora lo stato dell’oggetto in costruzione e illustra al BuilDrone la mossa successiva.
Il BuilDrone, il cui meccanismo di funzionamento ricorda quello di una macchina a filamento, estrude schiuma o una sostanza simile al cemento. Una volta conclusa l’attività di costruzione, lo ScanDrone rileva una mappa 3D e dà ordini su come continuare il lavoro.
L’aspetto più interessante dei BuilDrones è che possono lavorare insieme.
Una simile scalabilità nella costruzione di edifici e strutture può cambiare il settore edile così come lo conosciamo, velocizzando l’intera filiera.
Sebbene sia necessaria la supervisione umana per assicurarsi che i droni funzionino correttamente, i BuilDrones e gli ScanDrones sono già in grado di agire autonomamente guidate dall’intelligenza artificiale.
Il futuro della stampa 3D e dei droni nell’edilizia
Poiché l’interesse verso l’additive manufacturing nel settore edile è ai massimi storici, è prevedibile che i droni con meccanismo di stampa 3D riscuoteranno via via sempre più successo.
Vero è che, al momento, le strutture costruite in sinergia da BuilDrones e ScanDrones sono abbastanza rudimentali, ma l’autonomia di movimento dei droni lascia immaginare che saranno utilizzati nella costruzione di edifici in aree remote e altrimenti irraggiungibili.