Skip to main content

Protesi d’anca stampata in titanio

By Settembre 22, 2021Ottobre 3rd, 2023Case study, stampa 3D

Il contributo rivoluzionario della stampa 3D alla medicina

Una protesi dell’anca interamente stampata in titanio

Il numero di settori in cui la stampa 3D viene usata è in continuo aumento.

Nel 2007, ancora in pochi avevano sfruttato la manifattura additiva nel settore medico-sanitario.

Finché un chirurgo italiano di nome Dr. Guido Grappiolo ha scelto di curare una donna che soffriva di artrite avanzata e che già aveva un’anca in titanio fissata con viti.

Grappiolo, della Fondazione Livio Sciutto ONLUS di Savona, ha unito le forze con il produttore di impianti ortopedici LimaCorporate e Arcam, un produttore di stampanti 3D della GE Additive.

Con il loro aiuto, ha impiantato la prima coppa dell’anca stampata in 3D al mondo, la Delta-TT Cup.

L’acronimo TT sta per “Trabecular Titanium”, un biomateriale “caratterizzato da una struttura cellulare esagonale regolare, tridimensionale che imita la morfologia ossea trabecolare”.

A una manciata di mesi dall’intervento, Grappiolo ha esaminato una TAC della paziente e ha visto che il suo tessuto osseo aveva già iniziato a crescere nelle cellule esagonali.

“I risultati sono assolutamente sovrapponibili, se non addirittura superiori, a quelli delle comuni protesi standard.
Grazie alla maggiore preservazione ossea e al migliore rispetto delle parti molli e muscolari, la ripresa delle funzioni è molto più veloce.
L’obiettivo del nuovo stelo, infatti, è proprio rispettare l’integrità e favorire il recupero del paziente, riducendo la degenza nelle strutture ospedaliere e, conseguentemente, i costi sanitari.”

Guido GrappioloMedico della ONLUS Fondazione Livio Sciutto

L’uso del “Trabecular Titanium” “inganna” l’osso, facendogli credere che l’impianto sia parte dell’osso stesso.

Questa sostituzione di nuova concezione non è solo più duratura e resistente, ma causa anche minori disagi a chi l’ha subita.

Infatti, contrariamente a quanto si creda, gli impianti comuni non è che non sono abbastanza forti. Piuttosto, sono troppo forti.

Il materiale rigido con cui sono tradizionalmente costruiti assorbe, infatti, tutto lo stress e lascia l’osso senza la stimolazione necessaria per continuare la generazione cellulare.

Di conseguenza, l’osso originale inizia a deteriorarsi, causando dolore e costringendo infine a ulteriori interventi di sostituzione.

Con la stampa 3D, i produttori di impianti possono anche customizzare il design in base alle necessità del paziente e del chirurgo, mantenendo le stesse caratteristiche della struttura originale, incluse le cellule esagonali a 3 dimensioni.

Questa libertà e adattabilità nella modellazione sono il motivo in tanti ora sfruttano la stampa 3D nella realizzazione di impianti dentali, apparecchi acustici, protesi e persino strumenti chirurgici.

“Complessivamente, più di 100.000 coppe dell’anca sono state realizzate con stampanti Arcam e impiantate nei pazienti.”

Maria PetterssonSpecialista del settore ortopedico con Arcam

Leave a Reply