Il contributo rivoluzionario della stampa 3D alla medicina
Una protesi dell’anca interamente stampata in titanio
Il numero di settori in cui la stampa 3D viene usata è in continuo aumento.
Nel 2007, ancora in pochi avevano sfruttato la manifattura additiva nel settore medico-sanitario.
Finché un chirurgo italiano di nome Dr. Guido Grappiolo ha scelto di curare una donna che soffriva di artrite avanzata e che già aveva un’anca in titanio fissata con viti.
Grappiolo, della Fondazione Livio Sciutto ONLUS di Savona, ha unito le forze con il produttore di impianti ortopedici LimaCorporate e Arcam, un produttore di stampanti 3D della GE Additive.
Con il loro aiuto, ha impiantato la prima coppa dell’anca stampata in 3D al mondo, la Delta-TT Cup.
L’acronimo TT sta per “Trabecular Titanium”, un biomateriale “caratterizzato da una struttura cellulare esagonale regolare, tridimensionale che imita la morfologia ossea trabecolare”.
A una manciata di mesi dall’intervento, Grappiolo ha esaminato una TAC della paziente e ha visto che il suo tessuto osseo aveva già iniziato a crescere nelle cellule esagonali.
“I risultati sono assolutamente sovrapponibili, se non addirittura superiori, a quelli delle comuni protesi standard.
Guido GrappioloMedico della ONLUS Fondazione Livio Sciutto
Grazie alla maggiore preservazione ossea e al migliore rispetto delle parti molli e muscolari, la ripresa delle funzioni è molto più veloce.
L’obiettivo del nuovo stelo, infatti, è proprio rispettare l’integrità e favorire il recupero del paziente, riducendo la degenza nelle strutture ospedaliere e, conseguentemente, i costi sanitari.”
L’uso del “Trabecular Titanium” “inganna” l’osso, facendogli credere che l’impianto sia parte dell’osso stesso.
Questa sostituzione di nuova concezione non è solo più duratura e resistente, ma causa anche minori disagi a chi l’ha subita.
Infatti, contrariamente a quanto si creda, gli impianti comuni non è che non sono abbastanza forti. Piuttosto, sono troppo forti.
Il materiale rigido con cui sono tradizionalmente costruiti assorbe, infatti, tutto lo stress e lascia l’osso senza la stimolazione necessaria per continuare la generazione cellulare.
Di conseguenza, l’osso originale inizia a deteriorarsi, causando dolore e costringendo infine a ulteriori interventi di sostituzione.
Con la stampa 3D, i produttori di impianti possono anche customizzare il design in base alle necessità del paziente e del chirurgo, mantenendo le stesse caratteristiche della struttura originale, incluse le cellule esagonali a 3 dimensioni.
Questa libertà e adattabilità nella modellazione sono il motivo in tanti ora sfruttano la stampa 3D nella realizzazione di impianti dentali, apparecchi acustici, protesi e persino strumenti chirurgici.
“Complessivamente, più di 100.000 coppe dell’anca sono state realizzate con stampanti Arcam e impiantate nei pazienti.”
Maria PetterssonSpecialista del settore ortopedico con Arcam